SPLIT FICTION Recensione

Hazelight Studios torna sulla scena con Split Fiction, un’avventura che conferma la sua abilità nel raccontare storie attraverso meccaniche cooperative intelligenti e imprevedibili. Dopo l’amatissimo It Takes Two, il nuovo titolo ci porta in un viaggio bizzarro e creativo che fonde fantascienza e fantasy in un’unica esperienza spettacolare da vivere rigorosamente in coppia.

La storia ruota attorno a Mio e Zoe, due scrittrici dalle personalità opposte, intrappolate in una macchina che trasforma le loro narrazioni in mondi virtuali viventi. Il risultato? Un alternarsi costante tra ambienti fiabeschi e scenari sci-fi surreali, ciascuno progettato con una cura meticolosa per raccontare non solo la storia, ma anche il conflitto e la crescita tra le protagoniste.

Ogni ambientazione è una sorpresa: si passa da città sospese nel vuoto a foreste stregate, da deserti alieni a mondi medievali popolati da esseri bizzarri. Il world-building, sebbene fortemente stilizzato, è sempre coerente con il tono caotico e ironico del gioco.




Mio è metodica e cerebrale, Zoe è impulsiva e caotica. Le due protagoniste funzionano bene insieme, soprattutto grazie al continuo scambio di battute che accompagna il gameplay. Tuttavia, se ci si aspetta uno sviluppo psicologico profondo, si rimane un po’ a secco: il focus resta sull’interazione e sulla comicità, non sull’introspezione.
Detto questo, è impossibile non affezionarsi alle due: la loro dinamica ricorda una buddy comedy, con momenti di tensione e riconciliazione ben distribuiti lungo la narrazione.

Split Fiction brilla soprattutto per la varietà del gameplay. Ogni livello introduce nuove regole e meccaniche, che vanno dal platforming classico a enigmi cooperativi, sezioni stealth, minigiochi musicali e perfino gare di hoverboard o battaglie contro gattini giganti. L’obiettivo è stupire a ogni angolo, e il gioco riesce quasi sempre a farlo (anche se in diverse situazioni – specie dove la telecamera dei due player ruotava in maniera sensibile – non era immediato capire il da farsi per proseguire).

Le abilità di Mio e Zoe cambiano da mondo a mondo e spingono i giocatori a collaborare costantemente. Non esistono fasi che si possano affrontare da soli: il design impone cooperazione, ma in modo naturale, senza forzature. Un plus notevole è rappresentato dalle “storie secondarie”, missioni opzionali che offrono deviazioni creative e divertenti, a volte più sorprendenti della trama principale.

L’aspetto visivo di Split Fiction non punta al realismo, ma a uno stile cartoon variegato, coerente con la fantasia dei mondi rappresentati. Ogni livello ha una sua palette cromatica e un’identità visiva distinta, che contribuiscono a mantenere sempre alta la curiosità. Rispetto ai predecessori (uno più marcatamente spinto verso il realismo, uno marcatamente più cartoon e fantasy) questo SF propone una via di mezzo…non sempre riuscita. Sarà la scelta coloristica o certe ambientazioni dai colori “sparati”, ma spesso mi sono detto tra me e me che…non pagava l’occhio! Non so, è un feeling più che una reale segnalazione…magari per voi questo aspetto non è così percepibile.

Il comparto sonoro è altrettanto curato: musiche dinamiche e ben orchestrate accompagnano le sequenze più intense e i momenti comici. Il doppiaggio, disponibile anche in italiano, è convincente e ben recitato, contribuendo a dare personalità ai personaggi.

Come tutti i titoli Hazelight, Split Fiction è stato pensato per essere giocato in due, sia in locale che online, grazie al sistema “Pass amici” che permette a chi ha una copia del gioco di invitare un altro giocatore gratuitamente. L’esperienza cooperativa è fluida, divertente e, soprattutto, accessibile: non servono grandi abilità tecniche, ma voglia di comunicare e collaborare.

Split Fiction è un gioco che esprime a pieno la filosofia del suo autore: sorprendere, intrattenere e unire i giocatori. Non tutto è perfetto – alcune gag si ripetono e certi minigiochi possono risultare meno riusciti – ma l’insieme è così ricco e dinamico che è difficile non lasciarsi coinvolgere.

NOTA DI SPIRITO:

Hazelight ha pensato (ironicamente) anche a chi non ha un partner per il gioco su couch, in locale: Per questo esiste anche la “Friend Edition”: una modalità spirituale (non ufficiale, ma decisamente reale) pensata per chi ha amici solo virtuali… o nessuno.
Con questa trovata simpatica ci spiegano che grazie al Pass amici, basta UNA copia del gioco per invitare gratuitamente chiunque, ovunque: che sia il tuo coinquilino, un cugino lontano o quel tizio incontrato su Discord alle tre di notte.
E se proprio non trovi nessuno, sappi che la Friend Edition supporta anche la più nobile delle pratiche: costringere il partner, il fratello o il gatto a giocare con te, magari promettendo in cambio una pizza o lavaggi piatti a vita.

Perché in fondo, Split Fiction è un’esperienza che si vive meglio in due…

Conclusione.

Hazelight fa centro un’altra volta: Split Fiction è un caleidoscopio di idee che conferma il talento del team nel creare giochi cooperativi fuori dal comune. Perfetto per amici, partner o chiunque voglia divertirsi condividendo lo schermo…molto meglio, se ci riusciamo, condividendo il divano con un amico/a in carne ed ossa!

Pregi

  • Gameplay cooperativo brillante e vario
  • Tantissime trovate creative e momenti sorprendenti
  • Eccellente per giocare in coppia

Difetti

  • Alcune sezioni meno ispirate, anche graficamente
  • Mancanza di rigiocabilità dopo la prima run
8.2

Ottimo

Classe '82, appassionato da sempre di videogames, è caporedattore di GC.it dal 2010. E' collezionista attento di tutto ciò che è nerd e ricercato, non solo in campo videoludico! Amante di boardgames, tecnologia, fotografia, viaggi e cultura nipponica...è una persona decisamente impegnata!

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