Little Nightmares Recensione

Le paure di una piccola bambina sono anche le nostre.

Lugubre, misterioso, spaventoso e inquietante. Detta così potrebbe sembrarvi un’esagerazione, ma il feel di questo horror-platform non sfigura di fronte ad horror games ben più famosi e certamente più spaventosi (nel vero senso del termine). Raramente vi capiterà di fare un salto sulla sedia con Little Nightmares, ma la sensazione di disagio ed inquietudine che trasmette è davvero pungente e perennemente presente: la minuscola protagonista Six, avvolta in un impermeabile giallo, si avventura in un mondo dove tutto appare di dimensioni enormi, un mondo di mostruosi adulti dove questo piccolo si trova al buio, spiazzato, costretto a nascondersi di continuo.

L’angoscia e la sensazione di essere braccati è senza dubbio il sentimento che ci accompagna per tutta l’avventura e sebbene il gioco tragga ispirazione da giochi come Limbo o Inside, è ancor più evidente qui il senso di impotenza della protagonista rispetto a quello che avviene attorno a lei. Rispetto ad altri platform simili, il nemico non è mai nascosto o in agguato, bensì è visibile e presente e l’unico nostro alleato sarà l’ombra e la velocità di fuga nel caso in cui verremo avvistati.

Ambientato all’interno di un sottomarino (il Mow) LN vede la piccola Six svegliarsi nei recessi dell’immensa struttura subacquea, senza indizi o indicazioni, ma con la voglia di scoprire cosa sta succedendo e trovare una via d’uscita. Proprio come nei citati esponenti di questo genere, la narrazione non viene esplicitata al giocatore/spettatore, ma viene narrata davanti ai nostri occhi proprio mentre procederemo verso l’ignoto: l’incubo nel quale siamo intrappolati è popolato da strane creature che trattengono i bambini per motivi misteriosi (almeno in principio).
Questo muoversi verso l’ignoto, senza spiegazioni di sorta è già il primo elemento angosciante della produzione: inizialmente prenderemo confidenza col nostro fidato accendino e coi pochi comandi disponibili, ma non vi è modo di sapere quali sono i pericoli che ci attendono o come si comporteranno i nemici che incontreremo… Nell’ombra si muovono minuscole creature irraggiungibili e i rumori di sottofondo sono tutt’altro che incoraggianti.

La linearità dell’avventura non è un problema, proprio perché dovremo procedere sempre di più alla ricerca di una via di fuga, di uno spiraglio, della famigerata “luce in fondo al tunnel”: gli enigmi ambientali avranno una struttura legata alla fisica e normalmente non renderanno frustrante procedere oltre. Piano piano però incontreremo anche svariati nemici, dapprima semplicemente aggirabili (come le prime “simpatiche” sanguisughe), mentre poi entreranno in gioco meccaniche stealth di evasione del contatto col nemico che ci impegneranno non poco. Gli immondi aguzzini che popolano il Mow sono la parte più inquietante dopo l’ambientazione stessa e una volta fatta la loro conoscenza ogni nuovo incontro sarà più spaventoso ed opprimente del precedente. Inutile dire che farsi scoprire darà ben poche chances di successo al giocatore e salvo fughe miracolose verremo catturati e massacrati senza possibilità di replica.

Unico neo al gameplay e quindi alla godibilità generale dell’avventura è dato da controlli un pò legnosi che renderanno abbastanza frustranti alcune sequenze, magari vedendoci morire per colpa di un controllo impreciso. E’ sempre la cosa peggiore vedersi costretti a rifare lunghe parti più e più volte perché i controlli non ci consentono la precisione di movimento che vorremmo…questo davvero inficia alla base il gioco stesso. A questo neo aggiungiamo anche una varietà nei puzzle proposti molto scarsa e una rigiocabilità praticamente nulla per via della sua naturale linearità: al termine delle circa 5 ore necessarie a completarlo vi sentirete un pò spaesati (complice uno di quei finali che vi lasciano corrucciati a chiedervi “perché?”) non ci sarà collezionabile che tenga a spingervi a ripetere.

Ciò che invece fa davvero brillare (è il caso di dirlo!) Little Nightmares sono le scelte artistiche e stilistiche: l’ambiente di gioco è davvero spettacolare ,soprattutto grazie all’illuminazione dinamica, alla fisica realistica degli oggetti che incontreremo, ma più di tutto all’inquietante comparto sonoro e musicale. Giocato con un buon Dolby Digital Home Theatre (mai giocare senza!) è il modo migliore di affrontare questa esperienza, che deve gran parte della sua onirica e spaventosa atmosfera alle litanie di sottofondo, ai rumori e agli echi e anche ai momenti di quasi assoluto silenzio.




 

Pregi

  • Atmosfera angosciante
  • Grande direzione artistica

Difetti

  • Scarsa varietà degli enigmi
  • Durata e rigiocabilità risicate
  • Controlli imprecisi e a volte ingessati
8.3

Ottimo

Classe '82, appassionato da sempre di videogames, è caporedattore di GC.it dal 2010. E' collezionista attento di tutto ciò che è nerd e ricercato, non solo in campo videoludico! Amante di boardgames, tecnologia, fotografia, viaggi e cultura nipponica...è una persona decisamente impegnata!

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