Battlefield 6 Recensione

Dopo un periodo di attesa (e di timore), il celebre franchise torna in grande stile, superando il suo diretto concorrente Call of Duty (o almeno mettendogli davanti un serio rivale), migliorando molti aspetti dei titoli precedenti e recuperando con slancio tutto il buono di Battlefield 3 e Battlefield 4, con parallelismi e richiami che ogni fan attendeva. Dopo il lancio piuttosto deludente di BF2042 e l’accoglienza non proprio esaltante dei capitoli immediatamente precedenti, era da anni che non ci trovavamo di fronte ad un prodotto così rifinito, curato e attento alle esigenze della fanbase!

Battlefield 6 arriva come un ritorno glorioso: grande che sia nelle ambizioni che nella realizzazione. I primi pareri della critica sono molto positivi, con un Metascore intorno all’83 su Metacritic.

La sensazione iniziale è quella che il team di sviluppo abbia ascoltato i giocatori: “ok, torniamo alle radici, ma con struttura moderna”. Il risultato è un titolo che mette sul piatto un multiplayer solido, una grafica di livello (anche se su questo qualche appunto lo farò), un gameplay che migliora le meccaniche del passato, e una campagna – sparita dal capitolo precedente – anche se non perfetta.
E sì: il confronto con Call of Duty è inevitabile — ma Battlefield 6 lo affronta con coraggio, riprendendo gli aspetti positivi della concorrenza (velocità del gameplay, immediatezza) e mescolandoli con la scala e il caos tattico che da sempre contraddistinguono la serie.




Il gameplay inconfondibile di Battlefield torna e reintroduce il sistema delle classi coi tradizionali “quattro archetipi”: Assalto, Geniere, Supporto e Ricognitore (l’amato/odiato cecchino).
Assalto: il più diretto, pensato per spingere, rompere linee, rapido e aggressivo, con l’arma più bilanciata e potente fin da subito e la carica d’adrenalina utile per irrompere fra le file nemiche; Il Geniere: specialista contro veicoli, riparazioni, controllo delle forze corazzate: il suo nuovo gadget scala è perfetto per raggiungere posizioni inaccessibile e costruire percorsi utili anche ai compagni di squadra (molto molto potente). Il Supporto (il vecchio Medico) fornisce sostegno alla squadra, munizioni, cure, schermi protettivi (quindi un vero supporto a tutto tondo).
Infine il Ricognitore si occupa di intel, cecchino per eccellenza, visione a lungo raggio e acquisisce capacità offensive con le cariche di C4 e le classiche trappole antiuomo.
Se non siete nuovi al franchise noterete come un ritorno al sistema di classi che fece grande Battlefield 3/4, e non più lo “specialista” generalista che aveva reso meno riconoscibili i ruoli in alcuni capitoli intermedi è la scelta vincente e il fulcro di tutta l’esperienza: inoltre aggiungerei che ogni classe ha delle armi in cui è specializzata (da qui le modalità di gioco con “Armi Bloccate”) ma è possibile fornire ai soldati armi differenti e creare versioni custom. Quest’ultimo aspetto è stato criticato da alcuni (avere un cecchino con una SMG o un assalto col fucile da cecchino suona strano), ma in realtà è ben difficile notare sul campo questi aspetti…

Le mappe al lancio sono varie ambientate in contesti reali (vedi Tajikistan, Egitto, New York) e — dettaglio da non trascurare — un remake di Operation Firestorm da Battlefield 3 (unica mappa di vaste dimensioni prevista fino al lancio della Season 1 al 28 ottobre).  Questo rimando diretto ai fasti del passato è una mossa vincente: serve al fan di vecchia data una base familiare, e al nuovo giocatore una grande arena bellica (sono convinto che ci saranno altri graditi ritorni in futuro…).
Il gameplay qui oscilla bene tra grandi spazi con veicoli e momenti più ravvicinati: si sente l’influenza di Battlefield 4, con le battaglie in cui carri armati, elicotteri, jet e fanteria si intrecciano.

Le armi hanno un feeling migliore, più preciso, più solido rispetto al precedente (2042) che soffriva di lacune. I gadget delle classi sono ben distinti, e si avverte bene la volontà di mettere in primo piano la cooperazione tra squadre.  PTFO, è il motto da tenere a mente (se non conoscete il significato…cercatelo!) e compare anche nel gioco stampigliato qui e là…se aguzzate la vista!
Tuttavia, qualche critica arriva: nella community si segnala che il ritmo è diventato un po’ più “Call of Duty-style”, cioè più rapido, meno ragionato rispetto a certi momenti epici di Battlefield 3/4. Lo stile run&gun non è quello caratteristico della serie ma trovo giusto accontentare tutti i palati e fornire un prodotto con qualche opzione in tal senso.
Nonostante ciò, per me la bilancia pende nettamente verso il positivo: il compromesso è ben gestito.

Tra le modalità principali troviamo Conquista, Sfondamento (e il recentissimo Sfondamento Casual, con una componente bot), Dominio, Re della Collina, etc…alle quali si aggiunge la funzione “Portal” sandbox rifinita che al day1 era piena di server per farmare XP (già inibiti dopo la prima settimana post lancio).
Il multiplayer grande scala è il cuore pulsante: tornano il caos, le battaglie su più fronti, la distruzione ambientale che ricorda i momenti migliori della serie. La sensazione “epica” è forte: una volta familiarizzato col campo di battaglia, si raggiunge l’obiettivo, si stana il nemico, si distrugge e si tiene la posizione! Una bella sensazione pad alla mano!
Piccola nota: parecchie mappe iniziali sono più “ristrette” (più idonee a scontri di fanteria) e la progressione delle sfide xp (sblocco armi e gadget) è lenta: questo aspetto è stato parzialmente curato con l’arrivo della stagione 1 verso fine ottobre, quando scrivo questa recensione, grazie a modalità più indulgenti che permettono di fare più kill.

Il senso di “campo di battaglia totale” è tornato: in BF3 e BF4 si provava lo stesso sospiro quando una linea nemica si rompeva e si poteva incalzare e “sfondare”: la “levolution” non è così presente (non nel vero senso del termine coniato con BF4), ma la distruzione e tanta e tale che ogni parte dello scenario può mutare grazie al comportamento del giocatore. Case che crollano, crateri che si formano, gru da costruzione che cadono…tutto contribuisce, anche in maniera visuale, a creare scenari sempre carichi di adrenalina e situazioni di tensione!
Al contempo, Battlefield 6 prende spunto dai competitor nel rendere il gameplay più veloce, meno attendista: si vede un’evoluzione che lo rende più accessibile senza perdere la propria identità. Ci sono più mezzi da trasporto e nessuno resta mai veramente a piedi, l’azione è sempre a portata di tiro e l’attesa di spawn appare più veloce e immediata.

Dal punto di vista tecnico, Battlefield 6 è uno spettacolo. Le esplosioni, la fisica dei veicoli, i modelli dei soldati, le animazioni delle armi, fiore all’occhiello della serie, curatissime: tutto porta un senso di “questa è una battaglia vera”. Tocchi di classe sia nei dettagli degli scenari che nelle armi lasciano più d’un creator a bocca aperta e internet trabocca di video che mostrano aspetti interessanti e chicche che possiamo trovare provando il titolo.
Gli effetti particellari e di fumo sono top notch, con scintille intere macerie che volano per lo schermo creando confusione e opportunità tattiche: tutto gira benissimo nonostante questi effetti sono da sempre considerati i più “psanti” in termini di richieste hardware. Ottimo lavoro di ottimizzazione da parte dei team delegati a questi aspetti tecnici.
Il comparto audio non è da meno e le opzioni per personalizzarlo sono tantissime: dai “registri di guerra” che cambiano la traccia audio con verbalizzazioni dei soldati più crude e realistiche alle vere e proprie impostazioni audio 3d spaziale che rendono ogni suono nitido e perfetto. Esplosioni, scoppi, rimbombi sono tutti perfettamente calibrati e con delle buone cuffie e dei buoni bassi si può quasi “sentire” il peso di un colpo pesante ricevuto dal proprio soldato!

Tuttavia, qualche nota di rammarico, va all’interfaccia utente principale e a problemi legati alla visibiità dei nemici, aspetti in questo momento critici, a mio avviso: il menu è abbastanza caotico, le importazioni nidificate e difficili da raggiungere…spesso è difficile anche navigare le sfide settimanali/per classe/per arma, divise in vari tier e livelli…un vero macello.
Circa la visibilità, problema già evidenziato in fase di Beta testing, i giocatori nemici si mimetizzano fin troppo bene nell’ambiente e a volte capita di venire uccisi da nemici di fronte a noi che erano totalmente invisibili (specie nel caos generalizzato).
Se da un lato apprezzo questo aspetto di realismo che richiede un approccio più cauto e ragionato rispetto agli spostamenti in campo aperto, dall’altro necessita di un piccolo tweaking per rendere più accessibile ai neofiti (o a chi vuole godersi un gioco più casual ogni tanto). Segnalo che dalle impostazioni (come dicevo, difficili da navigare) c’è una impostazione di “soldier visibility” che può migliorare questo aspetto a scapito del realismo…ma nessuno spiega come agire su questi valori (se non guide online).
La scelta (finora) del team è un sistema di rombi segnalatori arancioni che indicano la presenza nemica visibile a più player (se il rombo è pieno) o visibile solo a noi se il rombo è vuoto: per contro questa segnalazione è fin troppo invasiva e con alcuni gadget può essere usata dai recon quasi come un wallhack che per brevi periodi mostra in 3d la presenza del nemico a tutti i giocatori. Questo aspetto andrà sicuramente bilanciato e raffinato in futuro…

Un elemento che aggiunge nuova linfa al gioco è la modalità REDSEC, lanciata il 28 ottobre 2025. Abbiamo volutamente aspettato tale data per la nostra review per avere il quadro generale e permettere al team di agire sui punti più ostici, fornire le prime patch ed avere così il gioco nella sua versione più “definitiva” possibile.




REDSEC, una modalità battle royale free-to-play all’interno dell’ecosistema Battlefield, con una mappa ampia, veicoli, distruzione ambientale e fino a 100 giocatori è la chiara risposta a Warzone da cui attinge per certi aspetti, ma che migliora per tanti altri. La mappa “Fort Lyndon” è la più grande mai creata per un titolo Battlefield, con punti di interesse, segreti e distruttibilità su larga scala.Le classi (Assault, Support, Engineer, Recon) sono presenti anche in REDSEC ma adattate al contesto BR: per farvi un esempio il geniere sarà molto utile contro i veicoli nemici, mentre il recon (scelta molto valida) avrà a disposizione un drone che mutua dalla campagna single player anche abilità offensive aeree davvero preziose.

Oltre alla BR “tradizionale”, REDSEC include anche “Guanto d’Arme”, una modalità eliminazione per squadre che compete in missioni successive: la community pare apprezzare molto questa modalità poichè include i “contratti” della modalità BR ma in sezioni di mappa piccole e a eliminazione. Le 2 squadre col minor numero di punti vengono eliminate (salvo ripescaggi di singoli player se si liberano dei posti) , mentre le altre continuano fino al quarto turno…quando ne resterà solo una. Ottimo per conoscere le mappe e per dare frenesia anche a chi trova la battle royale troppo lenta.

Conclusione

In definitiva, Battlefield 6 è una grande vittoria per la serie. Riuscire a tornare ai fasti di Battlefield 3/4, riconquistando la propria identità, e allo stesso tempo affrontare da pari a pari il gigante Call of Duty, è un risultato che meritava di essere sottolineato. Le battaglie su vasta scala, la cooperazione delle classi (fondamentale, PTFO!), la grafica imponente e la modalità REDSEC rendono il pacchetto estremamente solido.

Ci sono ancora margini di miglioramento: la campagna single-player non è memorabile (non lo è mai stata, ma stavolta si poteva fare uno sforzo in più…volendo potete disinstallarla dopo averla giocata). Alcune mappe e modalità possono sembrare più compatte o rapide rispetto ai capitoli classici, e la curva di sblocco equipaggiamenti è un po’ laboriosa. Ma questi difetti appaiono come dettagli in un contesto altrimenti eccellente.

Se siete fan della serie, se volete un FPS competitivo che bilancia azione e tattica, se amate le battaglie in mezzo a carri armati e jet tanto quanto la fanteria che si infiltra nei bunker: questo è il gioco che stavate aspettando.

Pregi

  • Un grandissimo ritorno, curato come si deve!
  • Un ottimo multiplayer, frutto di un lavoro certosino in Beta
  • Ottimo feeling col gameplay

Difetti

  • Una campagna single player appena sopra la sufficienza
  • Microtransazioni in Season 1...che preferivamo lasciare alla concorrenza
9

Strepitoso

Classe '82, appassionato da sempre di videogames, è caporedattore di GC.it dal 2010. E' collezionista attento di tutto ciò che è nerd e ricercato, non solo in campo videoludico! Amante di boardgames, tecnologia, fotografia, viaggi e cultura nipponica...è una persona decisamente impegnata!

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