Assassin’s Creed Shadows Recensione

Dopo anni di richieste da parte della community e un periodo di sviluppo turbolento, Assassin’s Creed Shadows arriva finalmente sugli scaffali con la promessa – non facile – di reinventare la saga mantenendone l’identità. Ambientato nel Giappone feudale del XVI secolo, durante l’ascesa di Oda Nobunaga, questo nuovo capitolo cerca di coniugare tradizione e innovazione, RPG e stealth, introspezione narrativa e libertà esplorativa.

AC Shadows si inserisce nella linea evolutiva tracciata da Origins, Odyssey e Valhalla, ma lo fa con consapevolezza. Il cuore RPG viene in parte alleggerito, rendendo la progressione più snella, mentre l’identità stealth – da sempre marchio di fabbrica della saga – viene riscoperta con slancio. La sensazione è quella di trovarsi in un gioco familiare, ma più lucido nelle sue scelte di design.




La narrazione si apre con Naoe, una shinobi originaria della regione di Iga, la cui famiglia è stata travolta dalle campagne di conquista di Oda Nobunaga. La giovane, inizialmente ignara dell’Ordine degli Assassini, si ritrova coinvolta in una cospirazione più ampia, motivata dalla vendetta e dal senso del dovere. A fianco di Naoe troviamo Yasuke, personaggio storico realmente esistito: un ex-schiavo africano giunto in Giappone al seguito dei Gesuiti, diventato Samurai al servizio di Nobunaga.

Il sistema a doppio protagonista è il punto di forza di questo capitolo, ma non sarà disponibile al giocatore da subito. Inizialmente approfondirete le motvazioni di Naoe (pur essendo già introdotti al personaggio di Yasuke), ma solo in seguito potrete sfruttare il personaggio di colore per cambiare playstile e sperimentare con più aggressività! Le missioni possono essere affrontate in modo radicalmente diverso: furtività e agilità con Naoe, potenza e combattimento frontale con Yasuke. I due non condividono armi né abilità, e questo arricchisce profondamente l’esperienza di gioco, rendendola versatile e adattabile al proprio stile. Devo confessarvi che il primo impatto con Yasuke è stato “potente”, mi sentivo invincibile grazie alla sua forza straordinaria: tuttavia in seguito ho preferito approcci più furtivi oppure ho visto il nerboruto samurai soccombere perchè avevo sottovalutato eccessivamente i miei avversari. Cautela, quindi.

L’elemento RPG, pur ridimensionato, è ancora presente tramite un albero delle abilità diviso tra i due protagonisti. Le specializzazioni permettono di personalizzare profondamente il proprio approccio: trappole, tecniche silenziose e parkour per Naoe; colpi potenti, tecniche di combattimento e difesa per Yasuke. La varietà delle missioni – dalle assassinii classici, all’investigazione, alla caccia a collezionabili – contribuisce a evitare la ripetitività, pur mantenendo alcune formule tipiche della serie.

 

Da segnalare anche la struttura delle missioni principali e secondarie, che spesso richiedono deduzione, raccolta di indizi e scelta di approccio, rendendo l’esperienza più dinamica. Certo, c’è della ripetitività nelle missioni di assassinio, e vedrete la pagina delle missioni riempirsi di infiniti bersagli da cercare, ma ho trovato comunque interessante cercare gli indizi e “avvicinarmi” – letteralmente – alla posizione del bersaglio utilizzando solo il mio intuito (e facendo il meno affidamento possibile sugli aiuti legati alle “spie” che potremo usare per rivelare la posizione dei bersagli).

Ubisoft ha finalmente ascoltato le richieste dei fan, portandoci in un Giappone feudale magnificamente ricreato. L’ambientazione, arricchita da un ciclo delle quattro stagioni che modifica non solo l’aspetto estetico ma anche la fruibilità della mappa, offre una varietà che va dalle città fortificate alle rovine rurali, passando per templi, castelli, foreste e villaggi di pescatori.

 

La ricostruzione storica, pur con alcune licenze creative (come il ruolo di Yasuke), è ben documentata e approfondita, e riesce a rendere l’esperienza immersiva senza appesantire la narrazione.

Su Xbox Series X, Assassin’s Creed Shadows si presenta come il capitolo tecnicamente più raffinato della saga. I modelli dei protagonisti sono curatissimi, le animazioni fluide e spettacolari, soprattutto nel parkour e nei combattimenti. Le stagioni trasformano radicalmente l’ambiente e offrono scorci mozzafiato.
Due preset grafici sono disponibili: modalità performance a 60fps e modalità qualità in 4K con ray tracing a 30fps. Per chi predilige la precisione nei combattimenti, la prima opzione è decisamente preferibile (almeno per il sottoscritto…e vi garantismo che a schermo il gioco non soffre in quanto a carenza di dettagli).

Unico punto debole del comparto grafico? alcuni NPC secondari risultano meno curati e le animazioni facciali non sempre convincono.

La colonna sonora mescola sonorità tradizionali giapponesi con toni più moderni, contribuendo a creare un’atmosfera unica. Il doppiaggio – disponibile in giapponese, inglese e altre lingue – è ben realizzato, e gli effetti sonori arricchiscono l’immersione, soprattutto nei momenti stealth.

Conclusioni.

Assassin’s Creed Shadows non è una rivoluzione, ma rappresenta il miglior compromesso tra la vecchia anima stealth della serie e il nuovo corso RPG. Il sistema duale, l’ambientazione affascinante e la cura nei dettagli storici lo rendono uno dei capitoli più ispirati dell’era moderna di Assassin’s Creed.
Certo, i limiti strutturali della saga restano – alcune missioni ripetitive, esplorazione a tratti dispersiva – ma nel complesso si tratta di un titolo che premia l’impegno del giocatore e che può offrire dalle 40 alle oltre 100 ore di contenuti, a seconda della profondità con cui si sceglie di viverlo.
8.9

Ottimo

Classe '82, appassionato da sempre di videogames, è caporedattore di GC.it dal 2010. E' collezionista attento di tutto ciò che è nerd e ricercato, non solo in campo videoludico! Amante di boardgames, tecnologia, fotografia, viaggi e cultura nipponica...è una persona decisamente impegnata!

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